Parliamo di arte… cosmetica
Un cosmetico serve sostanzialmente a detergere, rendere attraente, profumare e variare l’aspetto di colui che ne fa uso. Uno scopo simile hanno i vestiti, i gioielli, le acconciature e i monili. Nessuno di essi ha, però, un rapporto così intimo con il corpo come il cosmetico, che viene applicato direttamente sulle pelle, permeandola e fondendosi con essa. Il gioco del cosmetico è più sottile, il suo trucco più radicale.
La cosmesi viene spesso utilizzata come mezzo per adeguare l’immagine che la persona vuole dare di sé in base alla propria individualità, all’ambiente in cui si vive, una maschera con la quale esprimiamo la nostra identità sociale.
Ancora prima che l’uomo si impadronisse della scrittura, si era già appropriato della cosmesi, imitando il comportamento degli animali e i colori delle piante per segnalare agli altri membri del proprio gruppo le pulsioni e gli stati d’animo che lo pervadevano.
Alcune teorie spiegano la funzione dell’abbigliamento come protezione dalla natura e dagli altri, i vestiti vengono fino dalle origini usati con delle finalità pratiche, questa teoria viene però invalidata, almeno in parte, se pensiamo agli ornamenti, per nulla funzionali, come copricapi, collane, svolazzi.
L’esigenza di vestirsi nasce nelle tribù immerse nella natura per distinguersi dagli animali e si evolve, fino ai giorni nostri, diventando un sistema per conoscere indicativamente sesso, condizione sociale, ruolo, potere, età e provenienza della persona che osserviamo. Si pensi alla cravatta, elemento ornamentale per eccellenza, non protegge dal freddo, non ha tasche, non sorregge, eppure esistono decine di modi per annodarla… anche non portarla ci consente di comunicare qualcosa di noi.
Con i capelli accade la stessa cosa: lunghi o corti, sciolti o acconciati, colorati di blu elettrico o naturali, ci consentono di comunicare qualcosa di importante su ciò che siamo. Non a caso quando descriviamo qualcuno che abbiamo appena conosciuto, il colore della chioma è una delle prima cose che riportiamo.
Gli studi sociologici in ambito cosmetico affermano che la leva motivazionale che spinge le persone a truccarsi è il desiderio di suscitare l’interesse sessuale del potenziale partner e, più in generale, sentirsi più accettate nella società. Il make up consente a chi lo usa di costruire la maschera di sé che meglio descrive la propria persona: quanto più una donna è insicura tanto più tenderà ad amare un trucco pesante.
Il make up può essere considerato l’anello di congiunzione tra la cosmetologia e la sensibilità artistica. È proprio l’utilizzo del colore e del segno pittorico ad offrire la possibilità di trasformare le persone, in alcuni casi in maniera definitiva, come accade con i tatuaggi.