Come nutrirsi quando i capelli si fanno bianchi?
L’alimentazione negli anziani
Come nutrirsi quando i capelli si fanno bianchi? In generale, valgono le regole dell’alimentazione sana per gli adulti, anche se negli anziani solitudine, abbandono, problemi economici, cognitivi e psicologici possono rendere più difficile una nutrizione adeguata.
Un’appropriata alimentazione è un ingrediente essenziale per conservare un buono stato di salute in tutte le età, e specialmente in età avanzata.Negli anziani infatti avvengono modificazioni fisiologiche, quali il rallentamento del metabolismo basale e la diminuzione della muscolatura scheletrica, cambiamenti dello stile di vita, come la ridotta attività fisica, che riducono il fabbisogno energetico, ma che richiedono un giusto apporto di nutrienti.
Calorie: col passare degli anni ci si muove meno e quindi si spendono meno energie, diminuisce la massa magra e di conseguenza cala il fabbisogno di calorie. È quindi di fondamentale importantanza mantenere un certo livello di attività fisica. L’apporto calorico giornaliero raccomandato è:
donna 60-74 anni: 1600-1900 chilocalorie
uomo 60-74 anni: 1900-2250 calorie
donna dopo i 75 anni: 1500-1750 calorie
uomo dopo i 75 anni: 1700-1950 calorie
Proteine: il fabbisogno resta costante, si consiglia di privilegiare il pesce (ricco di grassi polinsaturi benefici per il sistema cardiovascolare), legumi, uova, latte e formaggi (senza esagerare, specie con quelli stagionati). Fra le carni sono da preferire quelle bianche (pollame e coniglio) e più magre.
Grassi: vanno sempre ridotti preferendo quelli più ricchi in acidi monoinsaturi e polinsaturi: olio di oliva, alcuni oli di semi, grassi del pesce e della frutta secca (in piccole dosi). Limitare carni rosse e salumi, ricchi di sale e grassi saturi.
Carboidrati: meglio scegliere quelli complessi, contenuti in cereali, pane integrale, legumi e certi tipi di verdura e di frutta, che forniscono energia, fibra, ferro, insieme ad altri minerali e vitamine. Evitare di eccedere con zuccheri raffinati e alimenti pronti.
Bere: è importante assicurare la giusta idratazione, ricordandosi di bere acqua senza aspettare di essere assetati (con l’età avanzata lo stimolo della sete tende a ridursi) . E’ essenziale, poi, l’apporto di acqua, vitamine e sali minerali. Gli anziani sentono meno la sete e si astengono dal bere per paura di disturbi come l’incontinenza urinaria o per timore dell’accumulo di liquidi che secondo un’idea sbagliata “fa gonfiare”.
È necessario bere ogni giorno una buona quantità di acqua (almeno otto – dieci bicchieri) per preservare la funzionalità renale, idratare la pelle, ammorbidire le feci e così ridurre il rischio di stipsi. Una buona abitudine è bere due bicchieri di acqua il mattino a digiuno. Oltre che con l’acqua, i liquidi s’introducono con il consumo di succhi di frutta, caffelatte, tè, latte freddo o caldo, tisane. Da tenere sotto controllo il consumo di alcol.
Poco e vario: anche per facilitare la digestione è bene frazionare l’apporto alimentare quotidiano in più piccoli pasti; soprattutto per gli anziani che vivono soli la tentazione di saltare i pasti o di adattarsi a piatti freddi e riscaldati è forte: vale la pena sforzarsi di preparare cibi semplici ma appetitosi, adeguandosi a eventuali problemi (ad esempio di masticazione).
Oltre a combinare ed a distribuire con equilibrio gli alimenti tra loro, è essenziale anche curare che le pietanze siano variate ogni giorno, approntate secondo i gusti e le preferenze di chi le deve consumare e servite in modo da rendere la tavola attraente.
Bisogna non perdere mai di vista che mangiare è più di una funzione biologica e che il momento del pasto è un’occasione per assaporare i piaceri genuini e sani del buon cibo. Per quanto possano essere semplici (il sapore di un pomodoro perfettamente maturo, l’odore del pane fresco), hanno la facoltà di farci vivere in salute e in allegria.
Vi sono, però, alcune condizioni che possono nuocere ad un’adeguata alimentazione e al necessario equilibrio tra i vari elementi nutritivi.Una dentatura in disordine, per esempio, o una protesi difettosa, unita ad una riduzione della salivazione, possono rendere difficoltosa la masticazione, cosicché si è portati a rinunciare ad alimenti che sono necessari. Come anche le ristrettezze economiche, che a volte affliggono gli anziani, possono causare rinunce a cibi importanti (frutta, verdura, carni).
Anche uno stato depressivo può causare malnutrizione.
Occorre, pertanto, per stabilire una dieta personale, prima valutare con cura le condizioni fisiche, psicologiche, economiche ed ambientali e, soprattutto definirla insieme all’anziano, pena il rischio di fallimento di qualsiasi consiglio o prescrizione alimentare.