Meningite, facciamo un po’ di chiarezza
Ultimamente abbiamo spesso sentito parlare di meningite e delle pericolose conseguenze di questa malattia spesso, ancora oggi fatale. Con questo articolo vogliamo fare un po’ di chiarezza e scoprire come possiamo difenderci da questa malattia.
1. Che cos’è la meningite?
- E’ un’infiammazione delle membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale (le meningi). Generalmente riconosce una causa infettiva, tuttavia esistono anche forme non infettive (es. da farmaci, da neoplasia). La meningite infettiva può essere causata da virus, batteri e funghi o miceti.
Quella virale, detta anche meningite asettica, è la forma più comune; di solito non ha conseguenze gravi e si risolve nell’arco di 7-10 giorni.
La forma batterica, invece, è più rara ma estremamente più grave e può avere anche conseguenze letali.
La meningite da funghi o miceti si manifesta soprattutto in persone con deficit della risposta immunitaria e può rappresentare un pericolo per la vita.
2. Quali sono le cause della meningite infettiva?
- Gli agenti della meningite infettiva possono essere da virus, batteri e funghi o miceti.
Gli agenti batterici sono diversi e il più temuto, sebbene non sia il più frequente, è Neisseria meningitidis(meningococco), di cui esistono diversi sierogruppi; quelli che causano malattia nell’uomo sono A, B, C, Y, W135 e meno frequentemente X. In Italia e in Europa i sierogruppi B e C sono i più frequenti. Altri agenti batterici causa di meningite sono Streptococcus pneumoniae (pneumococco) e Haemophilus influenzae.
Gli agenti virali i più comuni sono l’herpesvirus, l’enterovirus, il virus dell’influenza
La meningite da funghi o miceti si manifesta soprattutto in persone con deficit immunologico.
3. Come si trasmette?
- La malattia si trasmette da persona a persona per via respiratoria, attraverso le goccioline di saliva e le secrezioni nasali, che possono essere disperse con la tosse, con gli starnuti o mentre si parla. Affinché il contagio avvenga è, comunque, necessario essere a contatto stretto e prolungato con la persona infetta o trovarsi in ambienti molto affollati. Infatti, la propagazione dell’agente patogeno generalmente non supera il raggio di due metri dalla fonte.
Tuttavia, l’essere esposti a uno di questi patogeni non comporta necessariamente lo sviluppo della malattia: Per molti agenti patogeni (come meningococco, pneumococco e emofilo), infatti, è frequente lo stato di portatore, cioè di individuo sano, nel cui faringe risiedono questi batteri, senza alcuna sintomatologia e senza un aumentato rischio di sviluppare la malattia.
4. Come si sviluppa l’infezione nell’organismo?
- Solitamente, l’infezione origina in un altro punto del corpo, da cui gli agenti possono raggiungere le meningi attraverso il flusso sanguigno. La meningite può però anche rappresentare l’evoluzione di una otite o sinusite o direttamente da un’infezione a livello cerebrale derivata da una frattura del cranio. La presenza del microorganismo nel sangue può anche dare quadri di batterie e sepsi.
5. Qual è il periodo di incubazione della malattia?
- ll tempo può variare a seconda dell’agente causale e della presentazione clinica. Il periodo di incubazione della meningite virale va dai 3 ai 6 giorni; per la forma batterica il periodo di incubazione può essere più lungo, dai 2 ai 10 giorni (tempo massimo previsto per la sorveglianza sanitaria). La malattia è contagiosa soltanto durante la fase acuta e nei giorni immediatamente precedenti l’esordio.
6. Quali sono i sintomi?
- I primi sintomi possono essere aspecifici: sonnolenza, cefalea, inappetenza. In genere, però, dopo 2-3 giorni i sintomi peggiorano e compaiono nausea e vomito, febbre, pallore, fotosensibilità; segni tipici sono la rigidità della nuca e quella all’estensione della gamba.
Nei neonati alcuni di questi sintomi non sono molto evidenti, mentre possono essere presenti pianto continuo, irritabilità e sonnolenza, al di sopra della norma, e scarso appetito. A volte si nota l’ingrossamento della testa, soprattutto nei punti non ancora saldati completamente (le fontanelle), che può essere palpato facilmente.
La meningite e la sepsi meningococca si possono anche presentare con forme fulminanti, con il peggioramento delle condizioni in poche ore, e la comparsa di petecchie (piccole macchie rossastre o violacee dovute a micro-emorragie dei vasi).
7. Come si fa diagnosi di meningite?
- La diagnosi precoce è fondamentale per una prognosi più favorevole della malattia. In presenza di un sospetto è bene rivolgersi immediatamente al proprio medico che valuterà l’opportunità di un ricovero ospedaliero. L’esame cardine della diagnostica è l’analisi del liquido spinale (liquor), attraverso la puntura lombare, con analisi citochimica, colturale e biologia molecolare.
8. Come si cura?
- Il trattamento deve essere tempestivo. La meningite batterica viene trattata con antibiotici; la cura è più efficace se il ceppo responsabile dell’infezione viene caratterizzato e identificato. Nel caso di meningiti virali, la terapia antibiotica non è appropriata, ma la malattia è meno grave e i sintomi si risolvono di solito nel corso di una settimana, senza necessità di alcuna terapia specifica, ma solo di supporto.
L’identificazione dell’agente che causa la malattia è importante, sia per orientare la terapia antibiotica del paziente, sia per definire la necessità della profilassi dei contatti.
9. Come si previene la meningite?
- La vaccinazione è, sicuramente, lo strumento più efficace per la prevenzione della meningite batterica. In Italia sono disponibili diversi vaccini contro la meningite:
- La vaccinazione contro Haemophilus Influenzae B (emofilo tipo B) è solitamente effettuata, gratuitamente, insieme a quella antitetanica, antidifterica, antipertosse, antipolio e anti epatite B, al 3°, 5° e 11° mese di vita del bambino, come da calendario vaccinale italiano. Non sono necessari ulteriori richiami.
- La vaccinazione contro Streptococcus pneumoniae (pneumococco) è offerta gratuitamente e va somministrata in 3 dosi, al 3°, 5° e 11° mese di vita del bambino.
- La vaccinazione contro Neisseria meningitidis C (meningococco C) è gratuita e prevede una sola dose a 13 mesi. E’ raccomandata anche per gli adolescenti suscettibili. Per chi è stato vaccinato da bambino, la necessità di un richiamo nell’adolescenza è allo studio.
- La vaccinazione contro Neisseria meningitidis B (meningococco B) prevede schedule vaccinali differenti per numero di dosi, a seconda dell’età di inizio della vaccinazione. Ad esempio, prima dei 6 mesi di vita del bambino viene generalmente seguita una schedula a 4 dosi (3°, 4°. 6° e 13° mese di vita). Al momento il vaccino è offerto gratuitamente solo in alcune Regioni. È attesa per dopo l’estate 2016 l’approvazione del nuovo Piano Nazionale della Prevenzione Vaccinale che ne estenderà l’offerta a tutte le regioni, con la schedula a 4 dosi descritta.
- La vaccinazione quadrivalente contro il meningococco A-C-Y-W135 conferisce protezione nei confronti della meningite causata da 4 diversi sierogruppi di meningococco, e consiste nella somministrazione di una singola dose a partire dai 12 mesi di età. Al momento il vaccino è offerto gratuitamente agli adolescenti solo in alcune Regioni. È attesa per dopo l’estate 2016 l’approvazione del nuovo Piano Nazionale della Prevenzione Vaccinale che ne estenderà l’offerta a tutte le regioni.
10. Quali sono le misure di profilassi da adottare?
- Per prima cosa è necessario identificare al più presto il patogeno per scegliere le misure di profilassi più adeguate.
Occorre identificare i conviventi e coloro che hanno avuto contatti stretti con l’ammalato nei 10 giorni precedenti la data della diagnosi, da sottoporre a chemioprofilassi o a sorveglianza sanitaria.
10 giorni è il tempo massimo previsto per la sorveglianza sanitaria, tenuto conto del massimo periodo di incubazione della malattia. Qualora al momento dell’identificazione fossero già trascorsi 10 giorni dall’ultimo contatto, i soggetti esposti non sono più considerati a rischio