Il sapere portatile – Farmacie da viaggio

Le “Farmacie da viaggio” cimeli preziosi, non sono soltanto splendidi oggetti di decoro, ma offrono l’opportunità di ripercorrere la storia dei medicamenti e conoscere rimedi e principi attivi un tempo utilizzati. Nei puoi ammirare 3 splendidi esemplari nel nostro FarmaMuseo Sa Potecaria.

A partire dal cinquecento con l’ampliarsi delle rotte navali e terrestri in seguito alle grandi scoperte geografiche e all’espandersi dei confini dell’umanità, le cassette farmaceutiche incominciano ad accompagnare gli uomini nei loro spostamenti. S’inizia così un viaggio, anche culturale, che ha fatto giungere a noi questi scrigni.

In uso fin dal Rinascimento, le farmacie portatili nacquero dalla necessità del medico di avere con sé il minimo indispensabile per un soccorso d’urgenza. Erano solitamente costituite da una cassetta in legno suddivisa in scomparti, nei quali erano alloggiati pochi strumenti chirurgici e l’occorrente  per una terapia farmacologica.

20180208_161659Tra il XVI e il XVII secolo i sempre più frequenti e ampi spostamenti di commercianti, soldati e marinai diedero un forte impulso alla loro diffusione. Nel secolo successivo le cassette si standardizzano e si utilizzano non solo per i viaggi, ma anche in casa. A corredo ci sono anche “libretti di istruzioni”, molto semplici e con suggerimenti su come allestire i principali rimedi.

Nel corso del XIX secolo l’uso di queste cassette mediche diminuì fino a quasi scomparire del tutto nella secondo metà del 1800 con l’avvento della Rivoluzione Industriale.

Durante il XVIII le farmacie portatili erano di forma cubica in legno, con la superficie liscia o decorata da semplici placchette di metallo e dotate di una maniglia per il trasporto. La parte anteriore si apriva verticalmente, mostrando all’interno scomparti e cassetti. Solitamente si trovavano da 6 a 12 contenitori di vetro.

Nel XIX secolo le farmacie portatili si impreziosirono con materiali pregiati come madreperla, avorio, ebano e mogano per l’esterno; velluti e seta all’interno. Talvolta si aggiunsero anche scomparti segreti, apribili grazie a meccanismi nascosti e utilizzati per contenere i veleni. La forma più comune aveva il coperchio che si sollevava e sul fronte i cassettini, oppure due ali laterali che si aprivano frontalmente.

Nel nostro museo ne abbiamo tre, due inglesi e una tedesca, tutte del XVIII secolo. Se sei curioso ti aspetto per fartele vedere.

Contenevano bottiglie di vetro con medicinali, erbe per infusi, materiale per suture, bilancina e pesi, cerotti.

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