Quando gli alimenti danno problemi… le intolleranze
Le intolleranze o ipersensibilità alimentari si differenziano dalle allergie alimentari vere e proprie perché non producono shock anafilattico e normalmente non rispondono ai tradizionali test allergici cutanei. Come mai si diventa intolleranti e non si riesce più a nutrirsi di alcuni alimenti? Scopriamolo insieme.
Le intolleranze alimentari derivano dall’impossibilità o difficoltà dell’organismo di digerire un dato alimento, a causa di alterazioni metaboliche. Originano a livello intestinale, ma non provocano produzione di anticorpi specifici contro l’alimento e raramente hanno come effetto la produzione di istamina. Potrebbero però facilitare l’innesco di manifestazioni allergiche come quelle da pollini, acari o da contatto con tessuti, metalli. ecc.
Si manifestano quasi sempre con una sintomatologia generale più o meno sfumata o con fastidi cutanei e spesso sono correlate a disordini del peso corporeo, sia in eccesso che in difetto.
Possono presentarsi da 1 a 36 ore dopo l’assunzione dell’alimento. Per ottenere un miglioramento bisogna astenersi per qualche periodo da quegli alimenti verso cui risulta l’intolleranza. Infatti le intolleranze si manifestano spesso quando il sistema gastrointestinale è sovraccaricato dagli stimoli dell’intolleranza stessa, ossia quando la situazione è già “cronica”.
Verificarle
Per accertarle bisogna individuare l’alimento sospetto, eliminarlo dalla dieta per 2-3 settimane. Se i sintomi scompaiono e si ripresentano nel momento in cui l’alimento viene reintrodotto nella dieta, allora è probabile che sia una reazione avversa al cibo. A questo punto si dovrà verificare, attraverso test diagnostici, se ha coinvolto il sistema immunitario e si tratti pertanto di un’allergia. In caso contrario il disturbo è molto probabilmente dovuto a un’intolleranza.
Consigli sullo stile di vita
In queste situazioni è importante ripristinare l’integrità della mucosa intestinale, pena il rischio di un circolo vizioso che porta a peggioramenti delle condizioni di salute. Allontanare i cibi dalla dieta può aiutare momentaneamente a ridurre i sintomi.
- Ripristinare l’integrità della mucosa per evitare che gli antigeni passino dal lume intestinale al circolo sanguigno, innescando una risposta immunitaria e infiammatoria, e per ottimizzare l’equilibrio intestinale.
- Ripristinare l’eubiosi. I fermenti lattici sono una prima barriera filtrante della mucosa.
Consigli alimentari
Gli alimenti che più spesso danno reazioni sono:
- ricchi di istamina: pomodoro, birra, formaggio stagionato e fermentato, spinaci, funghi, cioccolato, tonno in scatola, ecc.
- istamino liberatori: fragole, kiwi, ecc.
- tendenzialmente allergizzanti: pesce, arance, uova, soia, latte vaccino, pesche, kiwi, crostacei, ecc.
- cibi scatenanti intolleranze: latte e latticini, lieviti, frumento, oli vegetali, olio di oliva, ecc.
Principali fastidi
- gastrointestinali: nausea, vomito, diarrea, stipsi, dolori addominali, sindrome del colon irritabile, malassorbimento.
- dermatologici: acne, eczema, prurito, psoriasi, orticaria, acne rosacea.
- respiratori: riniti, asma bronchiale, sinusite, dispnea.
- neurologici e psicologici: cefalea, emicrania, vertigini, stati d’ansia, iperattività.
- oculistici: congiuntiviti.
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