Evoluzione dell’assistenza pubblica e degli ospedali

L’evoluzione dell’assistenza ospedaliera pubblica passa, al pari della medicina, attraverso l’emulazione greca da parte dei Romani. Come si occupava, nel passato, il pubblico della salute del popolo?

Nel III secolo a.C. l?asclepio dei Greci diventa per trasposizione il dio Esculapio, cui vengono dedicati templi a protezione della pubblica salute (il primo nell’isola Tiberina a Roma). Insieme al culto si praticano anche le prime forme di terapia: balnoterapia, chiroterapia, ginnastica rieducativa, interventi fisioterapici vari (massaggi, frizioni, ecc.)

esculapioA volte durante il trattamento avveniva il miracolo della guarigione ed allora si testimoniava la riconoscenza al dio con offerte di ex voto (tavolette ritrovate dagli archeologi).

Fin dai tempi più antichi, il concetto di ospedale è associato al concetto di ricovero, inteso come luogo per assicurare un’assistenza a malati e poveri (compresi i pellegrini e i viandanti). In latino hospes sta per ospite (o oste) e quindi una sorta di albergo.

Ma all’inizio dei secoli non era un compito pubblico quello di dare assistenza ai bisognosi, in quanto a questi doveva provvedere la famiglia. Solamente in caso di mancanza subentrava, per carità cristiana, l’aiuto dei religiosi.

Anche il termine xenodochio, che deriva dal greco, sta per ospedale e quindi conferma il concetto alberghiero dell’assistenza. Tutta la terminologia europea indica in ospedale il riferimento a questa istituzione, fin dalle sue più antiche origini, evolvendo sempre di più verso il significato moderno di vero e proprio luogo di cura.

Nella lunga storia ospedaliera dell’Europa possiamo riscontrare nei diversi Paesi una grande varietà di tipologie istituzionali dedicate all’assistenza dei malati:

  • ricoveri presso abbazie
  • infermerie dei conventi
  • sale ospedaliere medievali
  • lebbrosari e cronicari
  • fondazioni degli ordini ospedalieri
  • ospizi su valichi montani
  • ospedali per contagiosi (es. appestati) o lazzareti
  • infermerie laiche
  • ricoveri per anziani
  • ospedali civili
  • policlinici universitari

All’avvento del Cristianesimo si scopre la fides che, unita alla pietas e alla charitas, danno origine a un nuovo tipo di assistenza. Ci sono i diaconi (religiosi e laici) che provvedono a sfamare ed a curare i bisognosi. Altri esponenti di questo tipo di assistenza sono i monaci ed ex eremiti, che si dedicano al prossimo sofferente. Per i pellegrini stranieri si provvede negli xenodochi.

ospedale-medievale03Siamo al preambolo dell’ospedale o nosocomio, ma si comincia anche a pensare all’igiene di queste comunità. Nel XIII secolo la medicina è in fase di risveglio: è il secolo in cui opera e si afferma la Scuola Salernitana e nelle Università si studia anatomia e fisiologia.

Il primo ospedale d’Italia e d’Europa sembra essere stato quello di Altopascio, sorto vicino a Lucca, dove stavano ad operare “quattro savi medici, et due chirurgici, li quali sempre servano ad l’infermi, et cognoscano le qualità dell’orine, et la varietà dell’infermi sappiano conoscere, et possano dare loro li rimedi delle medicine opportune.”

Ma scoppia anche la peste e non ci sono purtroppo specifici medicamenti. Più tardi, nel XV secolo, si aggiunge anche la sifilide. La Repubblica di Venezia, per prima, inventa la quarantena per le navi provenienti dall’Oriente e nel 1403 istituisce il primo vero ospedale per malati contagiosi (lazzaretto), poi imitato in altre città con gli stessi problemi sanitari.

Nel 1511 Papa Leone X decide di fondare un ospedale degli Incurabili (Arcispedale): anche Napoli, Vicenza, Verona, Padova seguono l’esempio. L’assistenza civica ormai è una conquista. sorgono, sparse per l’Italia e l’Europa varie organizzazioni assistenziali, quali Corporazioni, Confraternite, Nazioni.

Il Rinascimento è l’epoca dello splendore ospedaliero in Italia: Roma arriva ad avere, in questo periodo, fino a 27 istituzioni ospedaliere per assistere forestieri. Nel 1511 Lutero scrive: “Gli ospedali in Italia sono ben provveduti, hanno splendide sedi,… medici dottissimi…”.

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